Vinitaly 2022, grandi numeri e racconti dal Salone del Vino

Fine dello stato di emergenza significa anche poter tornare in presenza a godersi gli eventi che fanno parte della cultura enogastronomica italiana. Quegli appuntamenti imperdibili che scandiscono il passare del tempo e la crescita personale e professionale dei partecipanti. Tra questi figura certamente il Vinitaly, salone internazionale dei vini e dei distillati.

 

Vinitaly 2022, l’edizione dei grandi numeri

L’edizione del 2022 si è svolta per l’appunto a Verona, dal 10 al 13 aprile. Una edizione con numeri da capogiro. Infatti, il Vinitaly di quest’anno chiude con 88mila visitatori ed in più segna il record storico di buyer stranieri. Circa 25.000 gli operatori stranieri presenti, provenienti, per esempio, da Cina, Russia e Giappone.

Il ruolo delle fiere italiane e di cui Vinitaly si fa portabandiera è sempre più legato all’aumento numerico delle imprese che si avviano all’internazionalizzazione. Ed in particolare delle Pmi. Vinitaly, in questa edizione più che mai, si è concentrato molto su questo aspetto. Ed il risultato è stato molto positivo, in favore di un settore morfologicamente caratterizzato da piccole realtà.

 

Progetti futuri

Inoltre, la qualità del visitatore di questa edizione è stata molto alta. Si tratta del risultato di un percorso che ha coinvolto le ultime sei edizioni. L’obiettivo di quest’anno per Vinitaly stava nel valorizzare il livello degli operatori presente . mossa molto apprezzata dalle aziende espositrici.

Possiamo dunque dire che è un settore in ripresa, con risultati più che buoni nell’export e aree come la grande distribuzione e l’e-commerce decisamente in crescita.

Quale messaggio si è voluto veicolare? la sostenibilità di prodotto e dei processi produttivi, in nome della qualità e della tutela ambientale. La transizione digitale, il rafforzamento delle dimensioni competitive delle aziende e le strategie di commercializzazione.

 

Vinitaly e il movimento sociale tra integrazione e beneficenza

Non vi sono mancati momenti di riflessione comune.

Ampio spazio per esempio per “8pari”, il vino frutto dell’attività agricola ed educativa di Progetto Emmaus, che da 25 anni si occupa di inclusione sociale per le persone fragili sul territorio di Alba, Bra, Langhe e Roero. La cui sfida è quella di diventare un modello per le loro comunità, che possa ispirare altre scelte coraggiose.

Oppure, i vini biologici realizzati da Fattoria Massignan , la quale ospita centinaio i ragazzi con disabilità. Lì in fattoria è possibile fare ippoterapia, pet therapy, coltivare la terra, ed anche produrre vino. La speranza è quella di offrire contesti in cui ogni persona con disabilità diventi una risorsa per sé e per gli altri.

Da Capo Sparivento, in Calabria, arriva una storia di crescita. Nel 2012 un gruppo di amici ha deciso di mettersi insieme per recuperare terreni oramai abbandonati per provare a rigenerarli e a creare occasioni di lavoro per i più giovani. Un laboratorio sociale che opera per ricostruire una comunità capace di fare futuro attraverso le persone e le relazioni.

A Vinitaly, bolla felice del mondo del vino, non si è assolutamente dimenticato cosa intanto sta accadendo nel mondo. Infatti, si è deciso di destinare tutto il ricavato delle 76 super-degustazioni e di tutte le masterclass a pagamento alle iniziative della Caritas a sostegno delle popolazioni colpite dalla guerra in Ucraina.

La cifra, stimata in 80mila euro, sarà interamente devoluta in favore dell’accoglienza dei profughi. Ed, in particolare, delle famiglie ucraine.

 

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