Renato Bosco: il gusto della ricerca!

Il maestro pizzaiolo della celebre Saporè non è semplicemente un abile luminare dell’impasto, ma un vero e proprio “pizzaricercatore”. Ecco il suo racconto!

Non solo un maestro della pizza… ma anche pizzaricercatore! Renato Bosco è un vero e proprio luminare dell’impasto, oltre che del panorama gastronomico, nazionale da conoscere assolutamente. Ecco la sua storia!

Renato Bosco: nello spazio… e nel tempo!

Dopo aver reso la sua pizzeria di San Martino Buon Albergo un tanto gustoso quanto fondamentale punto di riferimento per tutti i pizzalovers ( e non solo), le pizzerie Saporè di Renato Bosco sono ormai quasi ovunque. A Verona dunque, ma anche a Prato, Vicolungo e Milano. Un percorso di gusto, quello di Renato Bosco, che oltre ad espandersi nello spazio ha potuto tuttavia brillare e sorprendentemente evolversi anche nel tempo.

L’esordio di Renato

“Il mio percorso nel mondo della pizza è iniziato da adolescente — racconta infatti a tal proposito il maestro pizzaiolo Renato Bosco — L’incontro è stato casuale: lavoravo come cameriere in una pizzeria storica del mio paese, i gestori erano salernitani. Un giorno il pizzaiolo si infortunò e mi chiese di dare una mano dietro al banco della pizza. Da subito si è innescato qualcosa, è stato davvero amore a prima vista”.

Il sapore della curiosità

Un incontro casuale quello di Renato Bosco, una circostanza fortuita che però, abbinata a una sua fortissima e personale curiosità, ha saputo sin da subito crescere, evolvere e dare i suoi primi gustosissimi frutti. “La mia curiosità è quella che mi ha costantemente spinto ad approfondire la materia, ad investire nella mia cultura personale e a seguire corsi con professionisti del settore . — Spiega infatti con amore Renato Bosco — Sicuramente partecipare al corso con il maestro Rolando Morandin, iniziando a prendere dimestichezza con la pasta madre, ha rappresentato per me un momento di svolta”.

Renato Bosco: la svolta!

Un momento di svolta decisivo, quello di Renato Bosco, che pur impostandosi su di un percorso di tipo più classico, ha saputo tuttavia modificarsi ed evolversi secondo un’ottica assolutamente più radicale. “La mia idea di pizza — racconta Bosco — è cambiata radicalmente. Ho deciso infatti di anteporre sempre la qualità alla quantità, al contrario di come si ragionava un tempo”.

Una vera e propria filosofia!

“Pur avendo aperto alcune pizzerie dal carattere tradizionale già negli anni ’90 — aggiunge infatti a tal proposito il pizzaricercatore Bosco — il luogo nel quale mi sono sentito libero di esprimere e di portare avanti la mia filosofia l’ho inaugurato soltanto nel 2006, a San Martino Buon Albergo, in provincia di Verona. Si trattava di PizzadaRè, una piccola pizzeria take away nella quale proponevo diverse tipologie di impasti e farciture inusuali.

Da PizzadaRè a Saporè!

Non solo take away tuttavia. Nel 2009, ben tre anni dopo l’apertura di PizzadaRè, c’è infatti l’eccezionale Saporè. “In prima battuta — racconta Bosco — lo concepii come un locale dedicato alla gastronomia, sia da degustare in loco sia in forma take away.— E aggiunge — È stata trasformata poi in una sala degustazione, dove poter assaggiare le diverse tipologie di pizza già proposte da PizzadaRè. In entrambe le insegne Rè sta anche a rappresentare l’abbreviativo di Renato, a testimoniare che in ogni prodotto c’è molto di me”.

Renato Bosco e il suo quartier generale

Un esordio di gusto quello di Saporè, ma pure di estremo successo. Fatto sta che ad oggi l’insegna può cantante ben cinque sale degustazione e quattro take away. “Il quartier generale rimane nel mio paese, San Martino Buon Albergo, dove si trovano Renato Bosco Pizzeria e Saporè PizzaBakery. — aggiunge inoltre il simpaticissimo pizzaiolo — Si può trovare la mia pizza a Verona, a Prato, a Vicolungo e a Milano in piazza Duomo”.

Intuizione e Ricerca

Sicuramente quella di Renato Bosco è stata una buona intuizione, ma quasi quasi… più una squisita ricerca. Non a caso, il maestro pizzaiolo ama definirsi “ pizzaricercatore”un termine che, rifacendosi direttamente alla sua atavica curiosità, sa perfettamente evidenziare il suo forte spirito di ricerca. “ Inizialmente furono alcuni colleghi a soprannominarmi in questo modo — aggiunge a tal proposito Bosco — Non mi stanco mai di conoscere: la mia passione e la mia particolare sensibilità per gli impasti mi spingono a sperimentare ogni giorno e a spostare sempre più in alto l’asticella. Provo ad utilizzare farine alternative, metodi di cottura, forme e consistenze diverse. Cerco sempre di stare al passo con i tempi e guardare al futuro, proponendo qualcosa di innovativo”.

La materia prima per Renato Bosco

Quella di Bosco è, di fatto, una meticolosa ricerca di cui lui stesso ama specificare: “La mia ricerca parte innanzitutto dalla materia prima: le farine devono essere di ottima qualità e le loro caratteristiche devono supportare ciò che ho in mente di ottenere. Secondo aspetto da tenere in considerazione è il tipo di lievitazione: sicuramente sono molto affezionato alla pasta madre, che ha rappresentato la mia svolta, permettendomi di iniziare a produrre i panettoni e l’Aria di Pane®”.

La pizza e le sue forme

“Nel mio laboratorio, certamente, non manca il lievito di birra, con il quale riesco a realizzare impasti di altissima qualità utilizzandolo in modo corretto — continua Bosco — Mi ricordo che uno dei primi menu nella sala degustazione di Saporè aveva come titolo “La pizza e le sue forme”. Menu che tutt’oggi in pizzeria potete degustare con la morbida Mozzarella di Pane® o le croccantissime Pizza Crunch® e Pizza DoppioCrunch®, ancora la maestosa Aria di Pane® e le più tradizionali pizza tonda e pizza fritta”.

Non solo impasto…

Non solo impasto tuttavia, per Bosco è fondamentale anche la ricerca dei topping. “I principi di selezione sono in primis la semplicità, la qualità e la salubrità del prodotto. — spiega Renato — Impiego poi spesso presidi Slow Food, prodotti locali e di stagione. Entra così in menu l’asparago di Mambrotta, i piselli di Colognola ai Colli in primavera; la zucca, il sedano rapa, il radicchio di Verona in inverno. Non possono mancare il Monte Veronese e la Stortina Veronese”.

La ricerca della qualità per Renato Bosco non diventa dunque un semplice tratto distintivo, ma un vero e proprio cavallo di battaglia! Una squisita peculiarità, che oltre a saper testimoniare il gustosissimo esordio di un pensiero differente, saprà certamente, e ulteriormente, illuminare il futuro stesso della pizza!

s.g

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