Quante pizze hai in menù? Immaginiamo di entrare in pizzeria e aprire il menù. E trovarci davanti ad una serie infinita di pizze. Bianche, rosse, veg. Di ogni pizza dobbiamo leggere gli ingredienti, per capire se va bene così o se dobbiamo chiedere di togliere qualcosa. Alla fine cosa accade? Scegliamo la solita pizza. E molto spesso, ‘la solita’ è una pizza semplice. Non sempre la ‘solita’ ma insostituibile margherita.
Le pizzerie napoletane sono quelle che hanno il menù più basico. Ecco perché si dovrebbe prendere esempio e ridurre drasticamente il menù.
GLI ERRORI SUL MENÙ
Infatti la proposta molto ampia di un menù può ripercuotersi negativamente sulla gestione di un locale.
Specificamente, più è ampio il menù di pizze, maggiormente diversi dovranno essere gli ingredienti disponibili. Inoltre, c’è il rischio di sprecarne molti. Perché c’è maggiore possibilità che determinati ingredienti vengano usati solo per una pizza e dunque vadano a male. Ciò manda in tilt anche la misurazione dei rifornimenti e la gestione della cucina.
Quando si prepara la proposta enogastronomica bisogna infatti tenere presenti questi punti:
- L’identità della pizzeria corrisponde al menù?
- Stiamo usando i migliori ingredienti?
- Ho un piano spesa?
QUANTE PIZZE HAI IN MENÙ? ECCO COME STRUTTURARE UN MENÙ ESSENZIALE
Usate un linguaggio semplice ed intuitivo, persuasivo al punto giusto che metta in risalto la qualità delle pizze proposte. E che in qualche modo rappresenti le vostre peculiarità.
Ponetevi come obiettivo la lotta agli sprechi. Infatti, in una ottica di ottimizzazione delle risorse economiche ed alimentari è bene avere etica. Puntare su ingredienti classici è l’ideale, mentre per le pizze speciali si possono usare ingredienti di stagione.
Infine, attenzione ai gusti dei clienti. Eliminate ciò che non serve. Su una scelta troppo elevata di proposte, i clienti vanno in confusione. Alcune pizze potrebbero esser state studiate e sperimentate ma mai assaggiate.
