pizza surgelata

Anche la pizza surgelata preferita dagli americani è Made in Italy!

È di Modena la pizza surgelata preferita degli americani. Con un volume d’affari senza eguali, l'Italia sa davvero far innamorare gli States! 

È emiliana la primissima azienda esportatrice di pizza surgelata da forno a legna negli Stati Uniti d’America. Si chiama Italpizza e, ad oggi, riscontra un volume d’affari estremamente considerevole di cui tenere assolutamente conto.

Italpizza: pizza surgelata in America

Ma partiamo dal principio. Italpizza è anche la prima azienda ad aver aperto, proprio dall’Europa, la strada a tale tipologia di prodotto. Fondata nel 1991 da Cristian Pederzini a Castello di Serravalle, la bolognese Italpizza ha infatti sviluppato, solo nello scorso anno,  un volume d’affari che si aggira attorno ai 170 milioni di euro e di cui ben il 60% dei suoi mercati esteri va già a stanziarsi su più di 54 Paesi.

Un processo particolare 

Il processo di internazionalizzazione e le controllate estere della società di Italpizza che sfornano ben 120 milioni di pizze all’anno sia per marchio dei principali retailer al mondo che per marchio proprio, seguono inoltre un programma ben preciso.

La struttura Italpizza 

Con oltre mille addetti all’interno del proprio organico, l’emissione di un minibond da 20 milioni di euro sottoscritto dalla realtà UniCredit e garantito al 70% da Sace, Italpizza illumina palesa dunque un’operazione  ben strutturata su di un piano di ammortamento assolutamente ad hoc per le specifiche necessità dell’azienda.

Pizza surgelata: un volume d’affari al 60% estero!

Di quest’operazione, che già prevede una durata di 72 mesi, il direttore generale dell’azienda Andrea Bondioli: spiega: “ Si tratta di un segno di fiducia ricevuto che ci permetterà di investire ulteriormente nel progetto di internazionalizzazione in una logica sovranazionale e a lungo termine – e continua- Attualmente il 60% del volume d’affari di Italpizza lo sviluppiamo all’estero, ma quasi esclusivamente a marchio delle catene di distribuzione. L’evoluzione dei mercati suggerisce di diversificare i modelli distributivi intensificando, come è avvenuto per il mercato italiano, la distribuzione anche del nostro marchio che è sinonimo di prodotti d’alta qualità”.

Un’opportunità di crescita 

Una vera e propria eccellenza italiana quella descritta dunque anche dal regional manager Centro Nord UniCredit Andrea Burchi. E di cui il responsabile segmento Mid Corporate Centro-Nord di Sace Marco Mercurio evidenzia:” Italpizza, nonostante il contesto pandemico, punta ai mercati internazionali soprattutto come opportunità di crescita del proprio business”.

Tradizione e industria 

L’azienda, che dal 1998 ha installato il suo quartier generale in uno stabilimento di ben 20mila metri quadrati nel Modenese, va inoltre a contraddistinguerai sul mercato anche per un modello di business strutturato soprattutto sulla capacità di poter replicare delle modalità produttive da pizzeria tradizionale in forma industriale.

Pizza surgelata: l’artigianalità di Italpizza

Con un processo artigianale assolutamente esclusivo che come punto di forza ha proprio la tipica lievitazione dell’impasto. ( senza additivi chimici e dalle oltre 24 ore). Una stenditura dello stesso ed una farcitura manuale del prodotto. Questa tipologia di prodotto vuol dunque rispettare anche la ben più tradizionale cottura nel forno a legna.

I punti di forza della tradizione 

Un processo industriale quello di Italpizza, che si basa però rigorosamente sull’artigianalità della tradizione. Le pizze  stese a mano in modo tale da preservare la struttura della pasta dopo la lunga lievitazione. La cottura in forni alimentati da legna di quercia e faggio dotati di un più tipico sistema di aspirazione che impedisce ai fumi di entrare in contatto con le pizze e tanto altro ancora connotano, dunque, i punti di forza di una realtà che fa della tradizione un vero approccio al futuro.

Una produzione italiana che punta al mondo!

Italpizza, anche se nel 2008 è stata ceduta al 90% al gruppo inglese Bakkavor, leader nella produzione di prodotti freschi, lascia tuttavia il  restante 10% nelle mani del suo fondatore e che avvia nel 2014 un vero e proprio processo di riacquisizione aziendale  mosso da una fortissima  volontà: quella di rilanciare un marchio e una produzione italiana sul mercato nazionale… e non solo.

s.g

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