Uno spicchio di Sicilia in Brianza: ecco il ristorante iI Moro!

I fratelli Butticè, da anni a Monza, animati dal fuoco sacro del continuo miglioramento hanno saputo conquistare i gusti della clientela lombarda e non solo

La consapevolezza di essere bravi e il desiderio forte del cimento costante affinché si possa diventare ancora più bravi. Questo il fuoco sacro che sospinge al miglioramento continuo i tre fratelli Butticè: Antonella, Salvatore e Vincenzo. Siamo a Monza, capoluogo della provincia di Monza e Brianza in Lombardia, e siamo anche, quanto è gustosa questa temporanea ubiquità, in Sicilia. La Sicilia, quando cucina e sala sono affidate ai fratelli Butticè, non deve, non può e non vuole essere assente. È la Sicilia, infatti che permea questo elegante ristorante denominato “Il Moro”.

Il Moro ha saputo conquistare i gusti della clientela lombarda e non solo

Ad Antonella, suadente simpatia, memoria prodigiosa nel ricordare i gusti della clientela, il compito di prodigarsi in sala. Adempie a ciò con squisita naturalezza e predispone il cliente affinché viva esperienza memorabile. Altro che soddisfazione dei bisogni, qui siamo all’esaudimento dei desideri. Clientela consolidata, non soltanto brianzola; anzi, non soltanto lombarda.
Raro che il locale, sia a pranzo che a cena, sia semivuoto. Tutt’altro. La prenotazione è necessaria.

Il locale è stato da poco ristrutturato

Il locale, da bello è diventato ancora più bello con una recente riallocazione dei tavoli, ben distanziati tra loro, ed una rinnovata mise en place. L’eleganza è sobria. Il servizio è impeccabile. Grande la tecnica in cucina. Grande la passione e, con essa, il gusto della ricerca.

Nei piatti specialità siciliane e non solo

Il benvenuto dalla cucina, giusto per ribadire la sicilianità del luogo, è lo sfincione (un prodotto da forno tipico della Trinacria). A seguire, in tripudio di sapori decisi quanto graditissimi al palato, Paté di sarde, chutney di cipolla rossa, panino con caciocavallo ragusano. Siamo già all’encomio, e non si esagera, quando giunge in tavola un piatto che da solo, ed ancora non si esagera, varrebbe il pranzo: Uovo di selva, spuma di patate viola, polvere di peperone crusco e di cappero, chips di patate, erba cipollina, caviale di tartufo nero, crostini di pane al burro. Negli appropriati calici, con tempismo perfetto ed alle giuste temperature, da un Franciacorta iniziale si arriva ad un sontuoso Nero d’Avola. Squisito il primo: Riso carnaroli Riserva San Massimo riccio e zafferano. Delizioso il dessert: Semifreddo al pistacchio, olio-sale-pepe, ganache al lampone, passion fruit, crumble al cacao. Prezzi di lodevole onestà.

Fonte https://www.italiaatavola.net

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