Che il 2020 abbia alterato, se non addirittura danneggiato, molti aspetti della nostra vita è cosa certa. Tutto è mutevole d’altronde, ma ad eventi scatenanti così forti non possono che corrispondere altrettanti radicali cambiamenti; ed anche le più semplici abitudini del consumatore tipo risentendone non hanno potuto far altro che incidere sul Food Retail.
Food Retail: Cambiamenti e opportunità
La sicurezza e la comodità, tuttavia, sono stati dei cambiamenti che per quanto dettati da condizioni particolarmente negative, hanno potuto segnare le dinamiche del Food Retail in un’ottica assolutamente positiva: e ne è la prova la felicissima reazione dei reitailer. Non vince chi è il più forte, vince chi si adatta e molti commercianti, fortunatamente, hanno saputo dimostrarlo. Per rispondere alle dure esigenze del complesso 2020 molti retailer hanno infatti dovuto proprio riadattarsi. Parole in codice? Inventarsi e reinventarsi, creare, ricreare e interpretare se stessi e i servizi d’avanguardia per i punti vendita di tutti i campi, specialmente quelli del settore food.
La ridefinizione dei nuovi punti vendita per il nuovo Food Retail
Secondo il Professore di Industrial design al Politecnico di Milano, nonché Product strategy manager di Epta, Giorgio De Ponti l’omnicanalità è stata al centro delle strategie delle insegne per i primi 6 mesi del 2020. Consegne a domicilio, servizi online e non solo hanno infatti registrato una crescita esponenziale che sta ad oggi vivendo un’ulteriore fase di stabilizzazione. Tuttavia, all’affinamento delle tecniche e al potenziamento del sistema digital e tecnologico hanno corrisposto anche le ridefinizioni sotto nuove ottiche di alcuni punti vendita fisici.
Con un occhio al futuro ed uno al passato, dunque, molti dei nuovi punti vendita mirano a coniugare le esigenze dei nuovi tempi (sia dovute al Covid che alle nuove richieste di ecosostenibilità) con il classico, tradizionale, tanto criticato ed anche rimpianto piacere del fare la spesa.
s.g
